Le parole della Costituzione: Lavoro da diritto a bene

Continuano gli appuntamenti di Salviamo la Costituzione in collaborazione con Biblioteca della legalità / Ibby Italia.

Lavoro: da diritto a bene.
La Costituzione colloca il lavoro a fondamento della Repubblica, perché è condizione di equilibrato sviluppo della democrazia e, al tempo stesso, diritto fondamentale. L’esercizio del diritto al lavoro è fonte di dignità per la persona, e ciò presuppone un significativo impegno delle istituzioni per garantire e promuovere la possibilità per ciascun individuo di contribuire, con la propria attività lavorativa, al cammino della comunità. Dopo il richiamo di tale cornice, l’attenzione deve però rivolgersi agli svolgimenti in atto, da oltre due decenni, nel sistema della produzione: si assiste infatti alla sempre maggiore diffusione di stringenti logiche di mercato, il cui prevalere sulle funzioni pubbliche di collocamento viene legittimato dalle finalità di efficienza. L’obiettivo è di inquadrare il paradigma della flexicurity, che ha così trasformato il rapporto, ma ancor più il concetto stesso di lavoro, che perde i connotati di diritto e assume quelli di un bene, se non addirittura di una proprietà. Alla luce delle coordinate che discendono dalla Costituzione è possibile indagare la direzione che sta caratterizzando il fenomeno che sempre più spesso viene designato come “mercato del lavoro” con l’intento di interrogarsi sulla compressione della dimensione del diritto, e della sicurezza ad esso collegata, che appaiono ormai aspetti riduttivi in un panorama dove sempre di più il lavoro “si vende”.


Camilla Buzzacchi è professoressa ordinaria di Istituzioni di Diritto pubblico e di Diritto pubblico dell’economia nella Scuola di Economia e Statistica dell’Università Milano Bicocca; responsabile del progetto “Messaggeri della legalità: f(ò)rmati contro la mafia”; responsabile dell’Osservatorio Diritto & Innovazione Pubblica Amministrazione Bicocca.

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