Costituzione e referendum elettorale

 21 giugno 2009

Referendum elettorale

 

COSTITUZIONE

DIFENDILA

 

Comitati in Difesa della Costituzione

della Provincia di Ravenna

 

Via G. Rasponi,5, 48100 Ravenna

tel. 0544 219721

Documento approvato dal Comitato esecutivo dell’Associazione Nazionale

“Salviamo la Costituzione”

il 13 maggio 2009

Legge elettorale e referendum

La vigente legge elettorale:

– espropria gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti e affida alle segreterie dei partiti il potere di nominarli dall’alto;

– rompe il rapporto tra gli eletti, il territorio e le comunità locali; riduce drasticamente il pluralismo politico e quindi la rappresentatività delle istituzioni;

– premia eccessivamente la lista o la coalizione più forte.

Si tratta dunque di una legge che per molti versi contrasta con i principi e i valori di democrazia e libertà della nostra Costituzione repubblicana, come la Corte costituzionale ha rilevato nella motivazione della sentenza con la quale ha dichiarato l’ammissibilità del referendum.

La legge che uscirebbe da una eventuale vittoria del SI nel referendum del 21 giugno non eliminerebbe nessuno di questi difetti dell’attuale legge elettorale. Anzi, aumenterebbe le distorsioni in senso ultramaggioritario da essa prodotte, rendendo più agevole l’approvazione di riforme costituzionali di parte. Dunque non ne ridurrebbe, anzi ne aumenterebbe i vizi di costituzionalità, come pure la Corte Costituzionale ha sottolineato nella ricordata sentenza.

L’Associazione “Salviamo la Costituzione”, in coerenza con i principi e i valori di difesa e attuazione della Costituzione, che la portarono a promuovere il vittorioso referendum costituzionale del giugno 2006, intende nelle prossime settimane concorrere a informare i cittadini sugli elementi di incostituzionalità della vigente legge elettorale e di quella che uscirebbe da un successo del referendum. Invita i cittadini a valutare queste informazioni nel decidere il proprio comportamento di fronte al referendum.

 

                 Associazione Nazionale

                   “Salviamo la Costituzione”

                    Presidente Oscar Luigi Scalfaro

 

L’istituto referendario nella Costituzione del 1948

 art. 75 , 1° comma, della Costituzione

“E’ indetto referendum popolare per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali”.

 Il referendum del 21 giugno 2009 non è abrogativo, ma è modificativo perché eliminando solo alcune parti della legge Calderoli (il cosiddetto “porcellum”), crea una nuova legge molto simile al “porcellum”, ma peggiore nelle conseguenze.

 Quali sono i difetti della legge elettorale vigente (“porcellum”)?

a) Le liste bloccate: cioè non si vota per un singolo candidato nel collegio, ma per una lista di candidati scelti dal partito (o dal Capo) e non ci sono le preferenze.

b) Il premio di maggioranza: cioè alla coalizione (o al partito) che ottiene più voti, anche se ha avuto meno del 50%, viene assegnato circa il 55% dei deputati alla Camera.

 Perché tutto ciò è sbagliato?

a) Perché le liste bloccate eludono il concetto di “rappresentanza politica” che si basa sul principio che i cittadini possano scegliere i loro rappresentanti.

b) Perché il premio di maggioranza stravolge il principio della rappresentanza politica attribuendo il 55% dei deputati alla Camera a chi ha ottenuto anche un solo voto in più degli altri. Inoltre il porcellum  attribuisce il premio di maggioranza solo alla Camera dei Deputati. Può continuare ad esserci instabilità al Senato come dimostrò l’esperienza del Governo Prodi nel 2006. 

c) Perché le soglie di sbarramento, sommate al premio di maggioranza, aumentano la distorsione del principio di rappresentanza garantito dalla Costituzione.

Il SI al referendum risolve questi difetti?

Assolutamente NO. 

Non viene introdotta nessuna modifica in materia.

 Anzi li aggrava notevolmente.

Poiché eliminando la possibilità di coalizioni tra partiti si rende possibile che un solo partito ottenga il 55% dei deputati pur avendo conseguito anche un solo voto più degli altri.

La distorsione della rappresentanza diventa stravolgimento e, soprattutto, si apre la strada a modifiche della Costituzione da parte di un solo partito anche minoritario.

L’art. 138 della Costituzione prevede invece una ampia maggioranza parlamentare per le riforme costituzionali.

 Tutte le nomine delle più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Giudici della Corte Costituzionale, Autorità indipendenti), con tale premio di maggioranza sarebbero nelle mani di un solo partito.

L’equilibrio dei poteri su cui si basa il nostro sistema democratico e tutti i sistemi democratici occidentali sarebbe stravolto.

La legge elettorale va modificata?

Certamente SI

È il referendum il mezzo migliore per modificarla?

NO.

La legge Calderoli è pessima ma quella che uscirebbe dalla vittoria del SI al referendum sarebbe peggiore.

Non è questa la democrazia garantita dallo spirito e dalla lettera della Costituzione del 1948

 Agli elettori dunque deve essere data la possibilità di scegliere

a) approvare il “porcellum” (si fa votando NO)

b) approvare il “porcellum” modificato (si fa votando SI)

c) essere contrari sia al “porcellum” che alla sua versione peggiorativa e chiedere che il Parlamento approvi una nuova legge sulla base di principi diversi (si fa astenendosi dal votare per il referendum)

art. 75, 4° comma, della Costituzione:

“La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi”.

La Costituzione richiedendo un quorum giustifica l’astensione

Dal SI al referendum non uscirebbe una generica volontà di cambiare la legge elettorale, ma una nuova e pessima legge!

Il SI creerebbe un mostro;

Il NO rafforzerebbe la legge vigente,

 L’ASTENSIONE proclamerebbe la volontà dei cittadini di avere una diversa e più giusta legge elettorale.

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