12 marzo a difesa della Costituzione iniziativa a Ravenna

12 Marzo 2011 alle ore 15

in Piazza del Popolo a Ravenna

A difesa della Costituzione

La Scuola Pubblica si difende difendendo la Costituzione.

Il 12 marzo con la Costituzione difendiamo anche la Scuola Pubblica

Dalle ore 15 tutta la cittadinanza è invitata a partecipare con due unici simboli, come accadrà in tante piazze d’Italia contemporaneamente, a pochi giorni dal 17 marzo, anniversario del 150° anno dell’UNITA’.

Con la COSTITUZIONE.

Con il TRICOLORE.

I promotori:

ANPI

ARCI

CGIL Ravenna

Comitato per la Legalità e la Democrazia

Comitati in Difesa della Costituzione della Provincia di Ravenna

Gruppo dello Zuccherificio

Libertà e Giustizia Circolo di Ravenna

Cosa deve accadere quando tutto diventa mercato?

Se il Parlamento diventa un mercato.

Se la scuola diventa un’azienda.

Se le leggi vengono fatte per essere scambiate, vendute.

Se le volontà diventano merce di scambio.

Se gli eletti non debbono rispondere agli elettori.

Se la Magistratura è umiliata a strumento nelle mani di chi la vuole usare come clava a proprio vantaggio.

Se la Costituzione diventa carta straccia,

orpello ingombrante e odioso.

Se tutto questo, che stiamo vedendo da anni, accade, che ne è della Repubblica?

Del mondo comune?

Accade che la Repubblica è a pezzi, che macerie civili stanno ingombrando

lo spazio pubblico, in ogni dove.

Allora deve accadere che molte coscienze si risveglino in Italia.

Che si mettano in rete.

Che infittiscano la rete.

Che i giovani cerchino gli anziani, e che gli anziani rispondano.

Le donne hanno cercato le donne.

Le donne hanno riempito le piazze.

E le piazze stanno tornando ad essere quello che erano all’alba della Repubblica.

Spazio comune di partecipazione, e non di mercato.

Sarà nelle piazze colme di cittadinanza “costituzionale”

che la Repubblica tornerà in piedi.

Con il presidente Napolitano.

Con in mano la Costituzione.

Con il Tricolore, perché anche il tricolore, simbolo di unità nazionale, è umiliato e offeso.

E con indignazione ripetiamo.

DIMETTITI

DIMETTETEVI