Relazione del Presidente sull’attività svolta nel periodo 2024/2025 e proposte per il 2026

Gaetano Azzariti (*)

1. Nel periodo trascorso dalla nostra ultima assemblea annuale, tenuta il 1° marzo del 2024, l’Associazione, secondo il mandato ricevuto, ha continuato a svolgere le proprie iniziative privilegiando la collaborazione con le altre organizzazioni. Sia quelle facenti direttamente parte dell’Associazione, sia quelle ad essa esterne. Rinunciando, dunque, almeno in linea di massima, a proporsi come soggetto autosufficiente, non ricercando uno spazio autonomo nel già troppo affollato e frantumato panorama dell’associazionismo politico-culturale italiano. Preferendo, invece, assumere le vesti di “federatore” delle diverse realtà ed esperienze diffuse, di animatore e promotore di cultura costituzionale, offrendo il proprio contributo di competenze e di militanza ai vari soggetti che già operano in difesa della Costituzione e delle sue ragioni.

Una scelta questa che è posta a fondamento dell’azione della nostra Associazione ormai da alcuni anni, rivendicata dall’attuale direttivo, oltre che da chi vi parla, e che vi propongo di confermare anche per il prossimo futuro.

Scelta tanto più significativa in questa nuova situazione politica che – è evidente a tutti – sarà di forte movimento e solleciterà ciascuno di noi a “prender partito”. Si tratta allora di indicare con la maggior chiarezza possibile il nostro specifico modo di prendervi parte.

Io credo che si debba continuare a rivendicare ed esaltare quel che è il carattere proprio che vale a contrassegnare e distinguere la nostra Associazione, rispetto ad ogni altra. Ovvero una Associazione è che si fonda su tre diverse sensibilità: le competenze accademiche, che si confrontano, da un lato, con le culture politiche diffuse espresse dalla società civile (in dialogo cioè con  vari comitati locale e le realtà periferiche), dall’altro, con le forme organizzate espresse dalle associazioni politico-culturali che ne fanno direttamente parte: CGIL, Anpi, Libertà e Giustizia, Coordinamento della Democrazia Costituzionale, Comitati contro ogni Autonomia Differenziata, Centro Riforma dello Stato, Fondazione Basso, Libera-Rete numeri pari, Giuristi democratici, Antigone).

Da qui il nostro rigore nella difesa dei principi, ma anche la rinuncia a rivendicare un ruolo politico autonomo, alla ricerca invece della massima apertura nei confronti di tutti i soggetti organizzati, nella ricerca insomma del più vasto campo di interlocuzione politico-culturale. Rigidi nella difesa dei principi, inclusivi nel dialogo, uniti in nome della Costituzione

2. Più in particolare l’attività svolta dall’Associazione è stata essenzialmente rivolta: (a) in primo luogo, alla diffusione della cultura costituzionale, (b) in secondo luogo, alla partecipazione critica al dibattito politico sui temi costituzionali, (c) in terzo luogo, alla partecipazione ad iniziative di denuncia e contrasto del degrado costituzionale.

a) Con riferimento all’attività di promozione e diffusione della cultura costituzionale molteplici sono state le iniziative che hanno visto rafforzarsi le collaborazioni con le associazioni che fanno parte di “Salviamo”. In realtà non con tutte, ahimè: e questo è un problema irrisolto.

In ogni caso, abbiamo continuato a svolgere le nostre ormai abituali iniziative con la Fondazione Basso e con il CRS (prevalentemente, com’è ovvio, su tematiche istituzionali); ripetute sono state le partecipazioni alle iniziative dell’ANPI (naturalmente in difesa del carattere antifascista della nostra Costituzione); intensificati i rapporti con la Rete dei numeri pari (prevalentemente, com’è altrettanto ovvio, sulle tematiche sociali e delle diseguaglianze); ricorrenti le discussioni con i Comitati contro ogni autonomia differenziata (che, ovviamente, si sono moltiplicati a causa delle convulse vicende legate ai progetti governativi e regionali di mal-attuazione del 116, 3 co. della Costituzione); così come gli essenziali rapporti con la CGIL, intensificati in quest’anno sia a seguito dall’esperienza della “via maestra”, cui abbiamo convintamente aderito, sia in conseguenza delle vicende referendarie, che ci hanno viso tra i promotori.

Sono da ricordare anche le diverse nostre collaborazioni con soggetti culturali o organizzazioni sociali che non fanno parte direttamente dell’Associazione. Gruppi e movimenti locali che ci hanno coinvolto in diverse loro incontri, e ai quali abbiamo fornito un nostro contributo. Da ultimo, ad esempio, a Pescara sulla Costituzione e ad Anzio sul decreto sicurezza.

Infine, sono state diverse le iniziative con le istituzioni scolastiche, com’è quella che ormai ci vede impegnati da diversi anni, grazie all’impegno di Marina Boscaino, nel liceo Vivona di Roma.

Si sono poi svolti alcuni incontri con comitati locali che hanno visto la partecipazione attiva della nostra Associazione. In realtà assai meno degli auspicati, fatte salve le diverse iniziative svolta a Ravenna o in Emilia-Romagna grazie all’attivismo di Paola Patuelli. Ma nel complesso non possiamo dire di essere in grado di organizzare iniziative autonome nel territorio nazionale. E ciò – io credo – per una banale, ma evidente ragione: ormai “Salviamo la Costituzione” non ha più – come aveva alle origini – una sua reale rappresentanza locale. Questo è un dato, sul cui potremmo anche riflettere criticamente, ma è anche una conseguenza della scelta di quanto inizialmente ricordato di non voler rappresentare solo un’associazione in più tra le tante, semmai con l’ambizione di rappresentare un’associazione “diversa” e – ripeto ancora – di servizio e di scopo.

Se questo è il dato strutturale che sottopongo alla vostra riflessione, evidenzio un’ulteriore e conseguente problematicità, che formulerei in questo modo: perduta e non più ricercata una diffusione capillare, come garantire una presenza diffusa a livello nazionale dell’organizzazione stessa? Questo è un problema spinoso perché è capitato di non riuscire a rispondere alle richieste di intervento che pure ci sono rivolte dai più diversi soggetti o realtà locali.

Accenno ad un’ipotesi di soluzione che riprenderò in conclusione. Credo che dovremmo, da un lato, provare a utilizzare anche competenze esterne al direttivo, in particolare facendoci tramite con colleghi costituzionalisti che pur non facendo parte della nostra associazione sono però come noi consapevoli della necessità di “Salvare la costituzione: aggiornarla e non demolirla” (per riprendere a mo’ di sintesi il nome della associazione); dall’altro, richiedere un maggiore coinvolgimento nelle decisioni e nell’azione alla nostra Associazione nel suo complesso, non lasciando al solo direttivo tale compito. In conclusione sarò più preciso e formulerò una proposta sul punto.

b) Per quanto riguarda, invece, l’attività che ci ha visto impegnati più a ridosso del dibattito politico-istituzionale – dove un nostro intervento si rende sempre necessario quando la politica coinvolge direttamente la tenuta della Costituzione – deve osservarsi come il nostro modo di operare si sia tradizionalmente espresso, potremmo dire, nelle forme di “coscienza critica della Nazione”; limitando, per quanto possibile, gli interventi più direttamente rivolti all’agone politico, lasciando ad altri il pur necessario e più diretto impegno di interlocuzione esplicita con i soggetti politici (con i Partiti, con le diverse istituzioni). Un comportamento di self-restraint, il nostro, determinato dalla volontà di preservare una riserva di autorevolezza, da poter spendere nei periodi in cui la Costituzione venga sottoposta – torni ad essere sottoposta – ad una politica di aggressione che ne mini le fondamenta. E, visti i tempi che si prospettano, ritengo sia stata una scelta saggia, che deve essere efficacemente sostenuta tanto più in un periodo evidentemente diverso e più drammatico per quanto riguarda la salvaguardia e tenuta dei principi della nostra Costituzione. Una situazione nella quale siamo immersi che – non nascondiamolo – richiederà (già richiede) un impegno e un coinvolgimento maggiore anche della nostra Associazione sul terreno più direttamente politico e istituzionale.

In caso, quel che deve ribadirsi è che, pur scontando una maggiore ed inevitabile politicizzazione del nostro intervento, si dovrà però confermare con ancor maggior forza il carattere l’essenziale della nostra Associazione, il nostro sforzo sarà sempre ed esclusivamente diretto ad unire tutte le forze politiche e culturali a difesa della Costituzione, contro le troppe, ripetute, insistenti e miopi pulsioni verso la divisione; contro l’emersione dei vari particolarismi, o interessi contingenti delle forze politiche, sociali e culturali, che spesso in Italia tendono a far prevalere gli interessi dell’io (della propria organizzazione) su quelle del noi (della Costituzione democratica e antifascista). Rigidi nei principi, flessibili nelle forme, come abbiamo detto!

Dunque, la nostra è una prospettiva impegnata, per nulla neutrale o asettica, ma non condizionata dalle sempre emergenti divisioni politiche che tormentano con troppa frequenza anche il nostro campo di partigiani della Costituzione. Un’autonomia dalla contingenza politica, che forse ci allontana dai luoghi della decisione e dei poteri, ma che ci ha permesso e ci permette di esprimerci sempre con il maggior rigore possibile e la massima libertà a difesa dei principi della Costituzione e contro i vari demolitori costituzionali; mantenendo sempre e senza mediazioni un orientamento culturalmente, ma anche politicamente, orientato a difesa e salvaguardia dei principi costituzionali. Anche nei casi di maggiore tensione.

c) Un distacco dal contingente che non ha certo dissuaso, ha anzi rafforzato nei tempi più recenti, il nostro impegno diretto in difesa della Costituzione aggredita: abbiamo fatto così parte a pieno titolo dei comitati referendari e della “via maestra”. Abbiamo inoltre aderito e partecipato ad una serie di iniziative di denuncia e di contrasto alle tendenze degenerative della nostra democrazia costituzionale. Mi riferisco in particolare al sostegno e alla partecipazione della nostra Associazione a progetti promossi da altre organizzazioni o forze sociali, nei casi in cui è risultata evidente la loro attinenza alle problematiche costituzionali: dalla nostra sempre attenta partecipazione alle iniziative in materia di lotta alle diseguaglianze, a difesa nella natura antifascista e antiautoritaria della nostra Costituzione, alla denuncia delle misure incostituzionali che in nome di un ideale autoritario di ordine pubblico e sicurezza, sacrificano le libertà democratiche.

Con riferimento al nostro impegno ad iniziative di denuncia e contrasto del degrado costituzionale  vorrei ricordare, in particolare, la nostra adesione alle iniziative di pace (abbiamo sottoscritto l’appello per la pace e il disarmo in Europa promosso da Europe For Peace, Rete Italiana Pace e Disarmo, e altri), ma vorrei anche segnalare la promozione di un’iniziativa in corso di definizione per una conferenza di pace che stiamo organizzando assieme alla Fondazione Basso, al CRS e alla Fondazione Di Vittorio.

Sin qui il già fatto.

3. Volgendo ora lo sguardo al prossimo futuro dobbiamo essere consapevoli che siamo giunti ad un tornante, operando nel pieno di un momento topico. Si tratta dunque di valutare come proseguire il nostro impegno a difesa della Costituzione in una fase che potrebbe degenerare e comunque pretende una responsabilità più intensa per chi vuole – riprendendo il nome della nostra Associazione – “Salvare la Costituzione”.

Nei programmi politici delle forze che vanno a comporre l’attuale maggioranza è, infatti, esplicitamente indicata – anzi auspicata – la sfigurazione della Costituzione. Le due riforme costituzionali in corso di discussione, se approvate, cambierebbero la faccia della Costituzione. Nessuno potrà inoltre negare che l’attuazione dell’autonomia differenziata (a maggior ragione se fosse realizzata – nonostante le contrarie e chiare indicazioni della Consulta – nella forma hard sin da subito prospettata dal Ministro Calderoli), sommata alla introduzione di una democrazia del capo e di un affievolimento del controllo giudiziario, finirebbe per sconvolgere l’assetto costituzionale nel suo insieme, non potendo certamente considerare la realizzazione di un tale doppio trauma un aggiornamento. Il cambio contestuale di forma di Stato e forma di governo, non lascia spazio al dubbio: si tratterebbe di una demolizione degli equilibri complessivi della nostra Costituzione

Ma l’assalto alla Costituzione investe anche il piano delle regole e dei diritti di libertà. Il Decreto legge sicurezza (ora legge n. 80 del 2025) ci riguarda appieno. Esso rappresenta un vero e proprio “manifesto di politica illiberale” nei cui confronti non può che esprimersi una nostra opposizione chiara in nome della Costituzione. Senza, peraltro, sottovalutare le altre normative in materia di ordine pubblico che fanno temere una complessiva pericolosa limitazione delle libertà costituzionali e parallela espansione dei caratteri illiberali della nostra democrazia.

Per non dire della guerra e l’apocalisse annunciata. In questi casi l’impegno per far valere le ragioni della Costituzione (del principio pacifista, del diritto alla vita libera e dignitosa, ma anche il ripudio dei genocidi e dei crimini di guerra da chiunque perpetrati) va accompagnato a quello legate alla salvaguardia del diritto internazionale, stracciati dalla violenza senza scrupoli di Stati governati da criminali. Di fronte al silenzio generalizzato o alle troppe e diffuse incertezze della politica e della diplomazia va fatta sentire forte la voce del diritto e dell’umanità oltraggiata.

In tutti questi casi, che si vanno moltiplicando e si susseguono senza tregua, facendoci passare per una serie di malaugurati eventi, sempre più inquietanti, non potremmo astenerci dal dire la nostra. Schierandoci ovviamente e incessantemente dalla parte della nostra Costituzione, sempre.

5. Da quanto sin qui detto deduco una serie di proposte e di indicazioni che vi propongo di approvare come linee direttive generali dell’attività della nostra Associazione per il prossimo anno.

Riassumerei nei seguenti punti:

1. Proseguire nell’opera di promozione e diffusione della cultura costituzionale, confermando gli impegni assunti con le altre associazioni e sviluppando altre analoghe iniziative;

2. Impegnarci nella analisi e nella discussione sui temi legati alla magistratura, al Premierato e all’autonomia differenziata che, nell’attuale momento storico, sono stati posti al centro delle politiche di riforma costituzionale e istituzionale;

3. Monitorare gli strappi costituzionali nella legislazione ordinaria, in materia di sicurezza e ordine pubblico in particolare. Ma più in generale impegnarci ad operare a difesa dei diritti costituzionali, della libertà, dell’eguaglianza e della solidarietà, ogni volta che questi siano messi in pericolo;

4. Manifestare “ad alta voce” le ragioni della via del diritto per conseguire la pace, contribuendo attivamente a organizzare le iniziative per promuovere accordi internazionali a favore di equilibri multipolari improntati ai principi della nostra costituzione e della Carta dell’ONU;

5. Partecipare a tutte le iniziative che si propongono di far valere delle politiche sociali e istituzionali indirizzate alla realizzazione dei principi costituzionali;

6. Sostenere, nei limiti e con i caratteri sopra richiamati, il coordinamento e il dialogo più intenso tra tutte le associazioni e le formazioni sociali che operano per salvaguardare i principi della nostra Costituzione.

C’è ancora un punto. Ultimo, ma per noi importante. Con riferimento all’organizzazione interna.

Abbiamo finalmente concluso l’analisi necessaria per la ricognizione dei soci aderenti all’Associazione: sappiamo ora chi siamo. Per ragioni di sedimentazioni storiche e perdita di controllo sulle iscrizioni, avevamo un elenco di soci “immaginario”, comprensivo di persone nel frattempo decedute o nominativi del tutto ignoti o persone che si erano decisamente allontanate dalla nostra Associazione. Ora abbiamo un Associazione composta da soci “reali”. Certo esclusi i fantasmi ci siamo ridotti di gran numero, a una sessantina di iscritti. Ai soci “reali” abbiamo persino imposto di pagare la quota a pena di decadenza (ma di questo vi parlerà la nostra tesoriera tra poco).

A me spetta fare altre considerazioni telegrafiche.

  1. De iure condendo. Dovremmo a questo punto ampliare la platea degli iscritti pensando a forme di coinvolgimento di nuove persone e gruppi sociali, soprattutto rivolgendoci alle più giovani generazioni. La dico così en passant, ma sono ben consapevole che è, invece, un enorme problema il coinvolgimento delle persone e di quelle più giovani in particolare. Aggiungo solo che la capacità attrattiva dipende anche da noi, dalle nostre capacità e dalla forza delle nostre argomentazioni. E di questo dovremmo principalmente occuparci. Non vendendo noi saponette, ma richiedendo e sollecitando impegno per una giusta causa.
  2. De iure condito. Rimanendo su quel poco che abbiamo ecco le proposte operative che più direttamente ci riguardano.

a) In primo luogo, proponiamo che il direttivo del prossimo triennio sia composto da un numero minore di componenti, ai quali però richiedere espressamente una partecipazione attiva e non solo rappresentativa o formale, per rendere più operativo il direttivo stesso. Si propone di passare dagli attuali 29 a 22 componenti.

b) La seconda ma collegata proposta è quella di svolgere i prossimi direttivi tendenzialmente in forma “aperta”, ovvero invitando a partecipare alle riunioni tutti i soci dell’associazione. Quest’ultimi, per ragioni statutarie, non potranno avere il diritto di voto, ma poiché ci siamo sin qui sempre attenuti al metodo del consenso e non del voto di schieramento, non mi sembra questo sarebbe un grande ostacolo.

S’intende che – sempre per ragioni statutarie, ma anche di opportunità – la fissazione di riunioni riservate ai componenti del direttivo sarà pur sempre possibile – necessariamente – nei casi indicati dallo statuto come di competenze riservate al direttivo, ma anche – eventualmente – se richiesto dal presidente o da un terzo dei componenti del direttivo.

c) In terzo ed ultimo luogo, al fine prima richiamato di una maggiore apertura verso l’esterno della nostra Associazione, proponiamo di rendere possibile la partecipazione alle riunioni del direttivo anche di quei soggetti esterni che di volta in volta si ritiene di voler coinvolgere, siano essi costituzionalisti siano essi esperti dei diversi temi di volta in volta trattati.


(*) Relazione sull’attività svolta e sulla programmazione dell’attività del prossimo anno. Approvata all’unanimità dall’Assemblea nazionale dell’Associazione “Salviamo la Costituzione: aggiornarla, non demolirla”, Roma, 20 giugno 2025.