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ESTRATTO DELL'AUDIZIONE DEL MINISTRO BEPPE FIORONI SULLE LINEE PROGRAMMATICHE DEL SUO DICASTERO [Versione stampabile]
Senato della Repubblica - 7^ Commissione (Istruzione pubblica, beni culturali) - 5 luglio 2006


Estratto dalle "Comunicazioni del ministro dell'istruzione Fioroni sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero" svolte in 7ª Commissione (Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato della Repubblica

FIORONI, ministro dell'istruzione. Signora Presidente, svolgerò alcune considerazioni seguendo il testo della relazione che consegnerò al termine dei lavori e altre che integrerò in corso d'opera.

Il sistema educativo italiano sta vivendo una fase di difficoltà: le conseguenze delle politiche scolastiche dell'ultima legislatura si sono abbattute su un insieme di criticità irrisolte e sui ritardi accumulatisi nel tempo in diversi campi strategici. I colleghi parlamentari e l'opinione pubblica conoscono le indagini internazionali da cui emergono profili non precisamente lusinghieri dei risultati scolastici nel nostro Paese e, più in generale, la notevole distanza che ancora ci separa dai traguardi fissati per il 2010 dal Consiglio di Lisbona.

Di queste criticità, delle più antiche e delle più recenti, non intendo, in questa sede, presentare l'elenco, né sintetico, né dettagliato, e neppure attardarmi in una illustrazione delle specifiche responsabilità dei diversi attori o delle sottovalutazioni di varia natura e di diversa origine, recenti e non recenti, che si sono scaricate su questo sistema, così complesso e delicato, di importanza strategica per la qualità dello sviluppo civile, sociale ed economico del nostro Paese. L'attenzione di tutti, e la mia in particolare, oggi deve concentrarsi piuttosto su quello che è necessario e possibile fare fin da subito e nel corso di questa legislatura.

Voglio dirvi quello di cui mi sono convinto, cominciando a praticare il metodo che mi farà da bussola per tutto lo svolgimento del mio incarico, cioè l'ascolto attento e quotidiano di chi la scuola la vive e la fa concretamente: del suo corpo professionale, degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, degli studenti, delle famiglie, prima e più che dei molti che ne discutono da fuori e dall'alto...................

....... Sono infine lieto di annunciare che dal prossimo settembre avrà inizio una campagna di ascolto delle scuole su tutti i temi di maggiore importanza e, in particolare, su quelli che riguardano il secondo ciclo. Gli insegnanti, i dirigenti scolastici, gli studenti e le famiglie saranno coinvolti nell'approfondimento dei cambiamenti necessari ed auspicabili.

Con gli studenti e con le famiglie discuteremo in particolare anche proposte innovative di sviluppo dell'educazione motoria, sanitaria, ambientale, alla legalità. Si tratta di campi importanti per la responsabilizzazione dei giovani rispetto a se stessi, agli altri e ai beni comuni. Una cura particolare sarà data al rapporto tra educazione e salute, alla prevenzione delle dipendenze e dei disturbi alimentari.

E` anche mia intenzione concordare con la comunità scolastica la valorizzazione dell'approfondimento e della lettura della Costituzione all'interno delle ore di insegnamento che sono all'uopo già previste. Ritengo che si debba, già dal prossimo anno scolastico, trovare le forme per incentivare la conoscenza, l'approfondimento, lo studio e la valorizzazione della Carta costituzionale, che è indubbiamente l'elemento che unisce e che è alla base della nostra unità nazionale.

Ritengo anche di dover lavorare da subito per inserire all'interno del DPEF le risorse che possano consentire l'avvio sul territorio nazionale di un progetto per tenere aperte le scuole anche di pomeriggio, coinvolgendo le famiglie e gli attori del territorio: affidare loro spazi di incontro, di cooperazione e di attività è infatti un modo importante per far crescere la responsabilità dei ragazzi rispetto alle proprie scuole, ma anche un contributo determinante di prevenzione primaria.

A questa campagna di ascolto, che svilupperemo in tutte le province italiane e nelle venti Regioni, dove mi impegno ad essere personalmente presente, dedico non solo molta attenzione, ma anche molti degli indirizzi di lavoro sul secondo ciclo. Proprio per questo motivo credo che non convocherò più «Stati generali», che rischierebbero di essere verticistici; né ci saranno manifesti evocativi di un nuovo mondo o di perentoria rottura con un mondo considerato vecchio o da buttare. Sono convinto che la scuola italiana apprezzerà tutto questo. Potranno sembrare dichiarazioni minimali, ma per poter rilanciare e far crescere la nostra scuola occorre ridare alla quotidianità della scuola, che rappresenta il futuro dei nostri figli, certezza, sicurezza e tranquillità di poter operare, e occorre altresì, dentro una cornice di indirizzo dipinta a livello nazionale come prescritto dalla Costituzione, fornire all'autonomia scolastica pennelli, tela e colori per poter dipingere il quadro della formazione ai nostri figli.

Ho apprezzato le dichiarazioni, riportate anche oggi nei giornali, rese nel dibattito organizzato da TREELLLE da esponenti della maggioranza e dell'opposizione - penso al senatore Valditara ma anche ad altri senatori -, perchè ritengo che la salute e l'istruzione siano due diritti talmente fondamentali e importanti per la comunità nazionale da costituire la cifra del modo di essere una civiltà rispettosa, che pone al centro la dignità e il rispetto della persona umana. Occorre avere la consapevolezza che non esistono una nostra scuola e una nostra salute, ma che esistono la salute degli italiani e la scuola e l'istruzione degli italiani. Questo è un qualcosa che deve interessare il Ministro, il Parlamento, il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di essere adeguati alle aspettative di un popolo adulto e maturo, ma che afferisce soprattutto alla nostra responsabilità di genitori che hanno a cuore il futuro dei propri figli e del proprio Paese.



Inserito da: Veronica Boncimino - Data: 13/07/2006 - Argomento: Interventi - dichiarazioni
Roma, 23 novembre 2005. Il momento della firma. (ANSA)

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